Una storia...

La mia storia con gli animali inizia fin da molto piccolo. Mio padre, Aldo Prosperi, grande amante della natura in genere, probabilmente è stato il primo “responsabile” di questo grande affetto ed interesse che ho sempre nutrito nei confronti di tutti gli animali.

 

Nonostante da bambino non avessi la possibilità di tenere con me un quadrupede, sia perché abitavamo in un appartamento, sia perché mia madre non aveva un grande rapporto con gli animali in genere, comunque allevavamo canarini. 

Sul nostro balcone infatti arrivammo ad averne fino a 20 coppie, di diverse razze, che facevamo riprodurre per poi di tanto in tanto consegnare i nuovi nati al negozio di animali dal quale avevamo preso i primi. Le razze che allevavamo oltre al comune Canarino Giallo erano anche l’Ardesia ed il Gloster.

 

Mi è sempre piaciuto approfondire tutte le cose che riguardavano gli animali in genere. Accudivo e curavo i canarini insieme a mio padre.

La mia cameretta era cosparsa di uccelli imbalsamati, che lui “confezionava” con un suo caro amico. Quando tornavo da scuola aprivo le gabbie, prendevo alcuni di loro e liberavo in cameretta.

 

Loro rimanevano a guardarmi mentre facevo i compiti di scuola posati sugli stessi trespoli dove erano appoggiati i più grandi uccelli imbalsamati. Giocavo con loro, ci parlavo e li chiamavo a me per farli posare sul mio dito. Quando i miei genitori me lo permettevano, nelle nostre uscite o visite ai parenti, portavo uno di loro con me. Camminavo per strada con un canarino sulla spalla senza che lui prendesse il volo. Emettevo un sibilo con la bocca e loro si posavano sulla mia mano e mi “beccavano” sulla bocca dalla quale usciva il sibilo.

 

 

..con Ambra
..con Ambra

Nel frattempo divoravo libri sui cavalli e soprattutto sui cani, per i quali ero decisamente pazzo. Tutti i miei piccoli risparmi erano spesi in riviste sugli animali. A casa era arrivato anche l’acquario e 2 criceti. Nel mio garage accudivo 2 gatti. La prima, Minù, che mi seguiva ovunque, anche in vacanza, e della quale conservo un ricordo speciale anche se un po’ triste, ed in seguito anche il figlio Axel.

Ovviamente come tutti i bambini i nonni erano una seconda casa in assenza dei genitori. E a casa dei miei, viveva anche mio zio, che, cacciatore incallito possedeva diversi cani da caccia, Cocker Spaniel ed Epagneul Breton in particolare, ma anche Draathar e Spinger Spaniel arrivati dall’Irlanda quando ancora in Italia erano pressoché sconosciuti.

.. con Cocktail
.. con Cocktail

Lì davo sfogo alla mia sete di possedere un cane liberandoli dai loro box e passando tempo con loro, portandoli fuori anche dal grande giardino della villa.

Ma la mia vita con i quadrupedi iniziò con il cavallo e non con il cane. Infatti, a circa 10 anni, sempre accompagnato da mio padre cominciai a frequentare la scuola di equitazione del College Selva dei Pini di Pomezia (RM).

 

in gara con Dalmat
in gara con Dalmat

Lì seguì per 2 anni gli insegnamenti molto duri e rigorosi di un'insegnante inglese, Lalli, che mi diede grande tecnica e dal 3 anno cominciai a eseguire i primi salti. Di lì a poco i primi concorsi ippici. A 13 anni ero stato selezionato, grazie agli insegnamenti sul salto dei miei due ultimi istruttori, Michele e Gilberto, per entrare nella Scuola Federale della FISE, ai Pratoni del Vivaro (RM). 

in allenamento con Dalmat
in allenamento con Dalmat

Il mio cavallo si chiamava Dalmat, un purosangue inglese che amavo alla follia e che si lasciava gestire solo da me e da Gilberto.

Purtroppo, poco tempo dopo, il mio College fù venduto, e dalle Suore che prima lo gestivano passò a privati, i quali per divergenze mandarono via il mio preparatore, mi vietarono l’affidamento di Dalmat e dunque persi la possibilità di continuare quest’avventura. Purtroppo non avevamo la possibilità economica di acquistare un cavallo da salto idoneo alle mie capacità: alla fine degli anni ’80, si parlava di 20 milioni di Lire più il mantenimento. Poco dopo abbandonai il college.

 

Passai un anno circa alla ricerca di un club che avesse un cavallo per continuare con il salto ostacoli, ma non ebbi fortuna. Non abbandonai i cavalli però. Grazie ad amici di famiglia conobbi un allevatore di cavalli Sella Italiani, Il Barone Giorgio Parrilli, che nelle vicinanze di Aprilia (LT) possedeva la grande azienda agricola “Del Quarto”. Il Barone, conoscendo il mio amore per i cavalli mi propose di aiutarlo in allevamento e mi insegnò le tecniche della doma dei cavalli bradi, che poi venivano venduti. L’ultimo cavallo da me domato si chiamava Satiro, era uno splendido sauro intero del quale cominciai la doma a 4 anni, e che poi fù venduto ad una scuola di salto in Nord Italia.